Come si può gestire e motivare la classe? Consigli pratici

Per gestione di una classe si intende conoscere e comprendere tutto ciò che potrebbe condizionare l’apprendimento sotto vari profili, proponendo scelte organizzative e didattiche in grado di catturare l’interesse degli studenti e di incoraggiare la loro partecipazione. In questo senso potrebbe tornare utile, ad esempio, comunicare alla classe quali sono gli obiettivi che vorremmo raggiungere, esporre gli argomenti che verranno trattati ed il perché, soprattutto spiegare il motivo per cui sono così importanti.

Spesso si sente dire “quella classe è proprio agitata!”, utilizzando il termine “agitata” spesso come sinonimo di “indisciplinata”, in quanto gli alunni che la compongono spesso non rispettano le norme della disciplina o le direttive scolastiche. Per migliorare il clima all’interno di queste classi è necessario che il docente per primo rispetti le norme dell’istituto scolastico, arrivando in orario e rispettando gli impegni scolastici, ponendosi così come un riferimento autorevole e non autoritario.

Non serve a nulla incutere terrore in classe, anzi è utile invogliare gli alunni, anche quelli più “difficili” a partecipare attivamente. In questo senso si dovrebbero promuovere lezioni interattive per spingere i bambini ed i ragazzi ad interessarsi agli argomenti trattati.

Alessandro Fanello, psicologo e docente di Scienze Umane, parlando di gestione della classe, afferma che la cosa di cui gli insegnanti si lamentano maggiormente è proprio la gestione della classe. Quali sono quindi gli ingredienti per cercare di gestire al meglio una classe?

Chiaramente non ci sono linee guida valide a livello universale, ma in quanto educatori ed insegnanti la prima cosa da guardare è chi si ha di fronte, cercando di fare un’analisi della “situazione classe”, vedendo quali sono le criticità all’interno dell’aula e poi pianificare una strategia di azione.

Per approfondire: Il ruolo degli insegnanti in una scuola “complicata”

L’importanza delle regole

In generale sarebbe importante tornare alla sicurezza delle regole, che devono prevedere una sorta di elasticità, in modo da poter essere adattate e discusse caso per caso; questo perché quando un bambino o un ragazzo sente la parola “regola” diventa già maldisposto a tal riguardo, considerandola unicamente come una rigida limitazione e non come una garanzia della propria sicurezza.

Alcuni consigli pratici

Fin dal primo giorno di scuola è necessario che siano chiare e comunicate tramite una riunione o attraverso una comunicazione scritta: i materiali richiesti, l’orario delle lezioni, il regolamento sugli ingressi e le uscite degli alunni. Inoltre bisogna: decidere chi si occupa di venire a prendere gli studenti, definire le autorizzazioni per gli alunni che fanno da soli il percorso casa scuola e viceversa, per quelli che utilizzano il pedibus. Agli alunni dovrebbe essere richiesto di possedere un quaderno o un diario dedicato alle comunicazione, dove è possibile incollarle o scrivere.

Per quanto riguarda i rapporti con la famiglia andrebbe proposto un incontro in sedi adatte e con tutti i docenti della classe presenti. Non è consigliato discutere fuori dalla scuola della situazione di uno studente o agire di impulso, anzi è preferibile valutare la situazione e spiegare ad alunni e genitori le cose con pazienza e neutralità.

Può essere utile proporre soluzioni trovate di comune accordo, da condividere. Il messaggio che la scuola agisce d’autorità è giusto solo nei casi dove è necessario tutelare la sicurezza, anche quella fisica; dove è comunque consigliato far capire che l’esercizio dell’autorità è una parte fondamentale del patto educativo.

Nel presentare il lavoro che si attuerà in classe ci si deve porre obiettivi realistici, senza nascondere le difficoltà ma mostrandosi al contempo ottimisti e padroni della situazione. I docenti si dovrebbero domandare se sarebbero disposti a lasciare i propri figli a persone incerte e che non sembrano avere idea del percorso che intendono proporre. In ogni caso è naturale che un docente che ha alle spalle un’esperienza quinquennale ha chiaro, a grandi linee,il ritmo di un anno scolastico.

Comunicazioni puntuali scuola-famiglia sono segno di attenzione e di premura nei confronti dei genitori e di chi ne fa le veci.

Come si può motivare la classe?

Una classe indisciplinata, a volte, è poco stimolata, per questo è importante che i docenti motivino gli alunni. Innanzi tutto dovrebbero far capire il perché di quello che viene fatto in classe( per quale motivo si studia un determinato argomento e perché è importante farlo), per cosa potrà tornare utile o magari essere già utile. Far ragionare la classe sull’importanza stessa di avere un obiettivo e fissarlo uno a breve, uno a medio ed infine uno a lungo termine, in questo modo gli studenti si auto-motiveranno. Socrate per insegnare ai suoi studenti poneva domande, attraverso un metodo chiamato maieutica; spiegare attraverso domande poste direttamente agli alunni rimane uno dei metodi migliori per migliorare e far riflettere. Un’altra parola chiave è: semplificare, rendere gli argomenti più chiari e comprensibili possibile.

Uno dei problemi che maggiormente preoccupa gli insegnanti è quello di mantenere la disciplina. Tuttavia non si può più fare il ragionamento che un docente per gestire una classe debba mantenere una disciplina rigida e delle regole ferree, perché sicuramente i tempi sono cambiati. Quindi per quanto sia difficoltosa e quello affrontato nell’articolo potrà rimanere un problema cardine, bisogna agire anche su aspetti e fronti diversi. Tutto ciò non vuol dire non pensare alla disciplina ma semplicemente concentrarsi su altri aspetti altrettanto importanti: creare, ad esempio, un clima favorevole e positivo tra gli studenti e tra studenti ed insegnante.

Per approfondire:

Studio: la motivazione e le strategie didattiche

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di Mariani Jessica

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