Sicilia: una famiglia di origine finlandese delusa dal sistema scolastico 

Una coppia di genitori finlandesi, trasferitasi a Siracusa in Sicilia, per vivere in un posto dove il clima è più mite e caldo, hanno deciso di fare un altro tentativo in Spagna, a causa di quella che hanno definito una pessima esperienza scolastica per i loro figli in Italia. Difatti la scuola che questi hanno frequentato è stata descritta dai genitori come un “disastro”.

Secondo la coppia è proprio il sistema scolastico italiano ad essere inadeguato, in quanto: gli insegnanti non sono preparati quanto dovrebbero, le strutture non sono adatte e si utilizza ancora un metodo di insegnamento alquanto antiquato (lezioni frontali, l’alunno costretto al banco per tutto l’orario delle lezioni).

Il tentativo di stabilirsi in Sicilia perciò è durato solo un paio di mesi, dopodiché sono giunti alla decisione di trasferirsi in Spagna.

Questa è stata l’esperienza di Elin Mattsson (pittrice di 42 anni) e della sua famiglia, composta dal marito e da quattro figli di 3, 6, 14 e 15 anni.

Elin Mattsson ha esposto in una lettera, pubblicata sul Siracusa News, tutta una serie di motivi che hanno spinto lei e il marito a decidere che non valeva la pena fare crescere i figli in Sicilia, nonostante fossero innamorati del posto. In questa lettera scrive in particolare che le ore a scuola consistevano nell’ classica lezione frontale, dove gli alunni erano costretti sulla sedia da quando entravano fino a quando non suonava la campanella dell’ultima ora e tornavano a casa.

Continua dicendo che, lavorando da casa con il digitale, lei ed il marito hanno vissuto sia in Spagna che nel Regno Unito, quindi pensavamo di trovare anche in Italia un sistema scolastico simile al loro, “ma ragazzi, ci sbagliavamo.”

I dubbi di Ellin sono iniziati dal primo giorno, quando ha provveduto all’iscrizione dei propri figli a scuola. La donna racconta che il rumore delle classi era talmente forte da domandarsi come era possibile per gli studenti concentrarsi con quel frastuono. Inoltre sono previste solamente piccole pause nella stessa classe, senza considerare, quindi, l’importanza dell’aria fredda e delle pause, che potrebbero avere molti benefici.

Ellin spiega che in Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino o nel patio, mentre uno o due insegnanti li sorvegliano mentre sono fuori.

Così facendo gli alunni si liberano delle energie in eccesso e prendono aria fresca, ottenendo migliori risultati a scuola.

Parlando della scuola dell’infanzia afferma che l’insegnamento all’asilo dovrebbe venire dal gioco, in particolare dal gioco libero.  In Finlandia, infatti, i bambini possono uscire fuori ogni mattina tra le 9 e le 11 e giocare liberamente. Sono messi a loro disposizione giochi di vario genere: macchinine, oggetti per arrampicarsi, scatole con la sabbia dove giocare e tutti i tipi di giocattoli simili a quelli che si trovano qui nei parchi.

Un altro punto fondamentale della riflessione di Ellis è se gli insegnanti studiano o meno la pedagogia.

Gli insegnanti che i suoi figli hanno incontrato in questi mesi provavano ad attirare l’attenzione degli studenti urlando a squarciagola, con scarsi risultati.

Nella lettera sono riportate anche alcune frasi che le sono state dette dai figli: “Mamma urlano e picchiano sul tavolo” dice il mio bambino di 6 anni” e il quattordicenne dice “conosco l’inglese meglio dell’insegnante di inglese”.

Parla anche del traffico stradale, assolutamente non pratico per le famiglie, e riporta ancora una volta l’esempio della Finlandia dove i bambini tra i 7 e i 12 anni  vanno a scuola da soli,  in bicicletta o a piedi e se abitano a più di 5 km dalla scuola possono andare con il taxi o il bus della scuola. ” Pranzano a scuola, poi tornano a casa da soli quando la giornata scolastica è finita.” Il bambino può frequentare anche altri posti educativi nel doposcuola, come ad esempio un club pomeridiano, in modo da aspettare in sicurezza che i genitori escano dal lavoro.

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Il sistema scolastico finlandese

Come premessa è necessario precisare che la Finlandia è considerata il Paese con il miglior sistema scolastico al mondo. Compare infatti, nella prima posizione nella classifica del P.I.S.A. (Influential Programme for International Student Assessment) dell’Osce, dove vengono misurate l’alfabetizzazione e le capacità matematiche della media degli studenti dei diversi Paesi.

Una prima differenza eclatante tra Italia e Finlandia nel campo dell’istruzione è che in quest’ultima non esistono scuole private. Quindi tutte le scuole dell’obbligo sono pubbliche ed il sistema scolastico è molto uniforme. Tutti i bambini ed i ragazzi frequentano le stesse scuole a prescindere dal reddito e dal livello di istruzione delle famiglie.

Il sistema educativo finlandese, realizzabile grazie adeguato sistema di finanziamento pubblico,  può essere riassunto in 5 punti:

  • neonati e bambini fino a 5 anni: programmi forniti da centri diurni; bambini di 6 anni: un anno di scuola materna;
  • alunni dai 7 fino ai 15 anni: una scuola primaria generale obbligatoria di nove anni;
  • alunni dai 16 fino ai 19 anni: una scuola secondaria superiore della durata di tre anni, che presenta due indirizzi: uno generico per il proseguimento degli studi e uno professionale per l’inserimento nel mondo del lavoro;
  • Università e Politecnici;
  • Istituzioni per l’istruzione permanente e continua degli adulti.

L’orario settimanale generalmente è organizzato su cinque giorni e una lezione dura 60 minuti, di cui 15 minuti sono di pausa. Gli insegnanti passano in media 592 ore nelle classi per anno scolastico.

In Finlandia non esistono i voti ma gli studenti, grazie ai loro docenti, sono aiutati a comprendere il livello raggiunto nelle singole competenze: i progressi fatti, il livello e gli obiettivi raggiunti e quali sono ancora da raggiungere.

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di Mariani Jessica

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