I pedagogisti che hanno contribuito a rivoluzionare la scuola

John Dewey

Partiamo da John Dewey, nato a Burlington, Vermont nel 1859 è morto a New York nel 1952; fu un famoso filosofo e pedagogista. La teoria pedagogica di Dewey si fonda sul concetto di “esperienza” intesa come un processo di interazione tra le persone e l’ambiente. Quindi l’educazione è esperienza e l’apprendimento è attivo, basato sulla realtà. Dewey distinse, infatti, due tipologie di pensiero, entrambe importanti: uno pratico, volto a raggiungere un risultato concreto ed uno intellettuale, che ha lo scopo di ottenere maggiori conoscenze possibili. Tuttavia una conoscenza basata solo su un’operazione intellettuale è incompleta. Propose, quindi, nella scuola, il ricorso a dei “gruppi in cooperative learning”.

Maria Montessori

Un’altra personalità importantissima fu quella di Maria Montessori, che è stata una delle prime donne a diventare medico, nata soprattutto per la sua brillante attività come pedagogista. Montessori nacque a Chiaravalle o, in Italia, nel 1870 e morì nei Paesi Bassi nel 1952. Nell’ambito dell’educazione mise a punto un metodo che prese il suo nome: “il metodo Montessori”, molto apprezzato ed utilizzato anche ai giorni nostri, soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Il metodo si basa sulla libertà di apprendimento e l’autonomia dei bambini. Per Maria Montessori il bambino ha già in sé il potenziale per “imparare a fare da solo”, nel rispetto dei suoi tempi e delle diverse fasi di sviluppo.

Per approfondire: Cos’è il metodo Montessori e come funziona

Jean Piaget

Un nome assai noto nella pedagogia è quello di Jean Piaget, nato a Neuchâtel nel 1896 è morto a Ginevra nel 1980. Fu uno psicologo, biologo, filosofo e pedagogista svizzero. Piaget ha teorizzato le fasi dello sviluppo cognitivo dei bambini, influenzando il modo in cui veniva progettata ed impartita l’educazione.

Secondo il pedagogista: lo sviluppo cognitivo del bambino è frutto dall’interazione con la realtà che lo circonda. Grazie a questa interazione si verifica una trasformazione che consente di acquisire informazioni utili alla conoscenza pratica. Piaget distingue 4 stadi di sviluppo cognitivo: lo stadio “senso-motorio” che va dagli 0 ai 2 anni, lo stadio “pre-operatorio” dai 2 ai 6 anni, lo stadio “operatorio concreto” dai 6 ai 12 e lo stadio “operatorio formale” dai 12 anni in poi.

Howard Gardner

Howard Gardner, nato a Scranton nel luglio del 1943, è uno psicologo e docente statunitense. Il nome è conosciuto soprattutto per la sua teoria sulle intelligenze multiple. Questa teoria sostiene sostanzialmente: dato che esistono diverse forme di intelligenza, l’educazione dovrebbe prenderle tutte in considerazione. Gardner, infatti, rifiuta di considerare l’intelligenza puramente come un fenomeno unitario, valutabile attraverso il Q.I., ovvero il famoso Quoziente di Intelligenza e distingue sette tipi di intelligenza. I sette tipi di intelligenza distinti da Gardner sono: logico-matematica, verbale – linguistica, musicale, corporeo – cinestetica, spaziale – visiva, interpersonale, intrapersonale e naturalistica.

Paulo Freire

Paulo Freire nacque a Recife nel 1921 e morì a San Paolo nel 1997, è stato un pedagogista e un importante teorico dell’educazione brasiliano. Freire è famoso soprattutto per la sua dedizione a migliorare l’istruzione dei poveri e degli emarginati e per la sua teoria dell’educazione, dove questa è intesa come liberazione. Il sistema pedagogico di Ferire era basato sul dialogo: l’insegnante pone una serie di domande al fine di costruire un significato comune, collettivo. Il suo compito non è quello di imporre le sue idee e concezioni, ma di costruire delle occasioni di dialogo e di confronto. La “pedagogia degli oppressi” ha invece come obbiettivi: rendere i poveri e gli emarginati consapevoli della propria condizione ed al contempo proporgli gli strumenti per risollevarsi da essa, senza diventare a loro volta oppressori.

Lev Vygotsky

Lev Vygotsky, nato a Orša nel 1896 e morto a Mosca nel 1934,è stato uno psicologo e pedagogista russo, autore della teoria dello sviluppo cognitivo. Tale teoria è basata sulla società; il suo impatto è riuscito ad influenzare il modo in cui l’educazione veniva progettata e dispensata. Vygotsky considerava l’apprendimento come uno dei meccanismi fondamentali dello sviluppo. Secondo il pedagogista, il miglior insegnamento è quello che precede lo sviluppo e nei metodi di apprendimento il contesto occupa una posizione centrale. L’interazione sociale si converte nel motore dello sviluppo, infatti le funzioni psicologiche superiori hanno le loro radici nelle relazioni sociali. Questo significa che la comprensione, l’acquisizione del linguaggio e dei concetti all’interno dei processi, si realizzano come risultato dell’interazione dell’individuo con il mondo fisico,ma in particolare con le persone che lo circondano. Gli adulti, quindi anche i professori, facilitano l’acquisizione della cultura sociale e dei suoi usi, tanto cognitivi quanto linguistici.

Edgar Dale

Edgar Dale, nato a Benson nel 1900 ed è morto a Columbus nel 1985, è stato un famoso pedagogista statunitense noto per il “Cone of Experience”. Il Cone dell’apprendimento rappresenta come e in che percentuale le esperienze influiscono sull’apprendimento. Secondo questo modello se leggi un bel libro dopo due settimane di lettura conserverai solo il 10%di ciò che hai letto. Quindi conserviamo il 10% di quello che leggiamo dopo due settimane di lettura: questo spiegherebbe perché le nostre scuole sono in difficoltà, in quanto il metodo predominante a scuola è la lettura. Quando si ascolta si conserva invece il 20% delle informazioni, il 30% se si vede. Attraverso una motra, un’esibizione dal vivo o un film si conservano il 50% delle nozioni, mentre se si partecipa ad una presentazione o si tiene una conferenza il 70%. Dopo due settimane si conserverà il 90% di ciò che si è imparato se riusciremo a fare esperienze reali.

Erik Erikson

Erik Erikson, nato a Francoforte sul Reno nel 1902 e morto a Rosewood Manor nel 1994, fu un celebre psicologo e pedagogista statunitense di origine danese. Erikson con la sua “teoria dello sviluppo psicosociale”, ha lasciato un segno dal punto di vista del percorso formativo. Il termine “psico-sociale” è già molto importante per capire il pensiero di questo pedagogista, in quanto per lui diventa fondamentale l’interazione che il bambino ha all’interno del contesto sociale nel quale si trova. Lo sviluppo psicosociale del bambino si articola, secondo Erikson, in 8 fasi, riconducibili ad un momento specifico del percorso educativo.

Benjamin Bloom

Benjamin Bloom, nato nel 1913 a Lansford e morto nel 1999 a Chicago, fu un autorevole pedagogista statunitense; noto soprattutto per il modello di “Bloom’s Taxonomy”, attraverso il quale classifica la propensione all’apprendimento in base al livello di complessità delle varie abilità. In Italia il suo modello è noto come “Tassonomia di Bloom” o “Tassonomia degli obiettivi cognitivi”. Si tratta proprio di una classificazione sistematica e gerarchica delle abilità, da quelle elementari a quelle più complesse.
Infine va menzionato Ken Robinson, nato a Liverpool nel 1950, dove è morto nel 2020. Robinson è stato un famoso pedagogista e autore britannico, fautore della cosiddetta “scuola creativa”. Il suo pensiero pedagogico si è concentrato sul ruolo della creatività nell’istruzione, criticando al contempo il concetto tradizionale di educazione, che secondo il pedagogista uccideva questa creatività. Tra i primi stilemi da modificare, per Robinson, c’era lo stare seduti in classe tra le mura della struttura scolastica, gli alunni infatti passano troppo tempo al chiuso, in tal modo è difficile per loro imparare dalla natura e dall’esperienza. 

Per approfondire: SEMINARIO GRATUITO ONLINE: IL METODO MONTESSORI

Leggi anche: Pedagogia e strategie educative: l’importanza dell’autonomia

di Mariani Jessica

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