Università italiane: è crisi di iscrizioni – la Classifica Global 2000

Anche quest’anno è stata pubblicara la Classifica Global 2000 del Center for World of University Ranking (acronimo: CWUR), dove al primo posto compare l’Università di Harvard negli Stati Uniti d’America. Per trovare invece la prima università italiana che compare nella lista bisogna scendere fino alla centosedicesima posizione dove si colloca l’università La Sapiena di Roma.

Al centosettantunesimo posto si trova invece l’Università degli Studi di Padova, al n.180 l’Università di Milano e alla centottantacinquesima posizione quella di Bologna.

A seguire l’Università di Torino (n.227), Federico II di Napoli (n.235), di Firenze (n.264), di Genova (n.271), di Pisa (n,272) e di Pavia (n.311). I criteri di classificazione tengono conto di quattro fattori: istruzione (25%), occupabilità (25%), facoltà (10%) e ricerca (40%).

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La crisi delle Università

Le università italiane, in particolare le facoltà a indirizzo scientifico STEM, stanno affrontando una crisi caratterizzata da un alto numero di abbandoni e un ridotto numero di laureati ogni anno. Secondo le statistiche, è il primo anno di studi a costituire una sfida per gli studenti, spingendoli a rinunciare a proseguire. Questo problema si è aggravato in maniera rilevante rispetto agli anni precedenti all’emergenza sanitaria.

Nel biennio 2021/2022, il 7,3% degli studenti ha abbandonato gli studi all’inizio, e non ci sono differenze importanti tra maschi e femmine. Le cause di questa situazione sono diverse e includono una preparazione inadatta per affrontare gli esami, la mancanza di servizi e tutor per le matricole e l’impossibilità, a causa del lockdown durante la pandemia, che ci siamo appena lasciati alla spalle, di partecipare alle giornate di orientamento, le quali consentono di fare una scelta consapevole del percorso di studi.

La DAD (acronimo di didattica a distanza) ha contribuito a questa situazione, dal momento che l’interazione con l’ambiente universitario e il confronto con altri studenti sono fondamentali soprattutto nei primi anni di inserimento per risolvere dubbi comuni a molti studenti. Inoltre, la demotivazione viene alimentata anche dal fatto che i costi, sia per l’alloggio che per uno stile di vita dignitoso, sono diventati troppo alti.

In Europa, il numero di laureati universitari è in crescita, ciononostante l’Italia si trova in controtendenza, in quanto, come si è visto, si registra n un calo significativo dei numeri. Paesi come Spagna e Francia vantano una percentuale del 40% di cittadini con un diploma di laurea nella fascia di età compresa tra i 25 e i 64 anni, mentre in Italia solamente una persona su cinque che ha completato gli studi universitari.

In particolare, i corsi di laurea STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) registrano una diminuzione del numero di iscritti, seguiti da ingegneria e dalle facoltà tecniche. Anche l’indirizzo linguistico è in netto calo. Questa tendenza rappresenta una sfida per il futuro, poiché si prevede che i numeri diminuiscano ulteriormente, soprattutto nei settori in cui è necessario aumentare la presenza di studenti.

È importante che le università e le istituzioni si impegnino per affrontare questa crisi, offrendo supporto agli studenti, migliorando i servizi di orientamento e creando un ambiente accademico stimolante. Inoltre, è necessario considerare la riduzione dei costi e l’accessibilità finanziaria per garantire che tutti gli studenti abbiano la possibilità di intraprendere e completare con successo i loro studi universitari.

 

Università STEM

Innanzi tutto è necessario capire cosa si intende per università STEM, questo è l’acronimo di Science, Technology, Engineering, and Mathematics; quindi si tratta di istituzioni accademiche che offrono programmi di studio e ricerca nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.

Perché scegliere questo percorso universitario?

Si tratta di una strada difficile da intraprendere, che spesso può rivelarsi piuttosto in salito ma, allo stesso tempo, le materie apprese sono conoscenze fondamentali che permetteranno il laureato di raggiungere obiettivi lavorativi degni di nota. Non si tratta solamente di un discorso occupazione ma si tratta appunto di fondamenti che potrebbero servire anche in vista d un futuro da youtuber, da professore, ricercatore o anche come libero professionista, considerando che siamo già in un mondo fortemente digitale.

Nei corsi di laurea STEM si punta a insegnare le materie non come se fossero separate tra di loro, ma seguendo un percorso ben strutturato dove tutte le discipline vengono argomentate in maniera pratica, intersecandole in continuazione tra di loro. L’obiettivo è infatti quello di sviluppare e risolvere le problematiche del mondo reale attraverso delle esperienze didattiche, mano a mano sempre più complesse.

Tuttavia solo uno studente su quattro decide di affrontare un percorso di questo tipo e la percentuale di chi riesce a portarlo a termine è anche molto inferiore.

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