Scuola e ritiro sociale: linee di indirizzo dalla Regione Emilia Romagna

Scuola e ritiro sociale: linee di indirizzo dalla Regione Emilia Romagna

Il ritiro sociale è un fenomeno complesso che purtroppo va sempre più diffondendosi, non solo fra gli adolescenti. Questa manifestazione di sofferenza causa un’importante interruzione del percorso di crescita di bambini e ragazzi. Per questo motivo diverse scuole, servizi educativi, sociali e sanitari, centri per le famiglie ed enti della Regione Emilia Romagna, si sono confrontati e hanno elaborato un documento con le linee guida per far fronte al problema. Le linee di indirizzo sono diventate una vera e propria delibera della giunta regionale e il materiale a supporto è scaricabile da chiunque sia interessato.

Cos’è il ritiro sociale?

In Giappone i ragazzi colpiti dal fenomeno sono chiamati Hikikomori: dal giapponese HIKU che significa tirarsi indietro, più KOMORU che sta per ritirarsi e isolarsi. Purtroppo però il disagio è diventato globale e ormai rappresenta uno tra i problemi psicologici più seri, legati alla crisi evolutiva adolescenziale.
Gli eremiti sociali sprofondano lentamente in un malessere che li porta a ridurre le relazioni amicali e di conseguenza anche la frequentazione di contesti come la scuola, luoghi pubblici e di ritrovo, fino a rinchiudersi nella propria stanza-rifugio.

La loro socialità si esprime solo online, attraverso l’utilizzo di social network e/o video-giochi. Passano le giornate a guardare film, navigare sul web e in alcuni casi ne risente il ritmo sonno-veglia. Infatti i ragazzi tendono a rimanere svegli la notte e dormire di giorno. Il ritiro può diventare estremo fino ad escludere i rapporti con la famiglia stessa e quando quest’ultima fa intervenire i servizi sanitari il disturbo è già conclamato.

Ecco perché bisogna intervenire per tempo ed individuare i segnali, che provengono da vissuti di vergogna ed impotenza, spesso nei confronti del proprio corpo. Il senso di inadeguatezza rispetto ai coetanei visti come più performanti, fenomeni di bullismo o insuccessi scolastici, possono essere risolti se affrontati prima che diventino più importanti.


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Ritiro sociale: linee guida per la Scuola

Nel documento redatto dalla Regione Emilia Romagna la scuola ha un ruolo fondamentale nell’individuare e contrastare il fenomeno. In classe è fondamentale osservare i ragazzi:

  • Cosa succede agli scolari più silenziosi durante l’intervallo e nei momenti di entrata ed uscita da scuola?
  • Sono a disagio durante le interrogazioni orali o le attività sportive?
  • Partecipano alle attività in gruppo e durante le gite o tendono ad isolarsi?
  • Le assenze sono frequenti o apparentemente “strategiche” (prima di un’interrogazione o un’attività fisica)?
  • Sono presenti a scuola ma di rado partecipano alle iniziative extra-scolastiche?

Naturalmente ogni adolescente è diverso dall’altro e certi segnali possono essere relativi ad un singolo episodio spiacevole quindi passeggero. Differente è il caso di una situazione che diventa una costante. Inoltre questo tipo di problematica potrebbe manifestarsi sia nella vita di uno studente modello che di un ragazzo o ragazza definiti erroneamente “irrecuperabili”.

Indispensabile è la formazione

Le linee di indirizzo per affrontare il problema del ritiro sociale prevedono quindi la formazione di docenti e dirigenti scolastici ma non solo. L’incontro con educatori che lavorano nel sociale e nel terzo settore, l‘aggiornamento del personale sanitario e l’organizzazione di seminari per i genitori.

I percorsi da attivare all’interno della scuola poi sono di primo e secondo livello.
Innanzi tutto è importante che periodicamente il consiglio di classe verifichi situazioni potenzialmente riconducibili al fenomeno. Di seguito il coordinatore può contattare la famiglia e instaurare un dialogo che avvii anche un piano risolutivo. In successione il dirigente può prevedere il coinvolgimento dei servizi educativi territoriali per progetti individuali o di gruppo, finalizzati al reinserimento sociale e scolastico.

La seconda fase, invece, riguarda maggiormente il nucleo familiare e le azioni di sostegno che si possono attivare in aiuto a quest’ultimo. Senza dimenticare i servizi sanitari che possono intervenire con percorsi educativi domiciliari o spazi laboratoriali con attività extrascolastiche.

Durante la presentazione dell’iniziativa – di cui è possibile recuperare la registrazione su YouTube – la vicepresidente della Regione con delega alle Politiche sociali e giovanili, Elly Schlein ha affermato:

Queste Linee di indirizzo sono il frutto del lavoro di tante professionalità diverse che hanno condiviso saperi, proposte ed angolature diverse di lettura della complessità dei problemi che affrontano nel lavoro quotidiano a contatto con i più giovani. Il fenomeno, infatti, è molto complesso e solo un approccio multidisciplinare può rivelarne gli aspetti psicologici, sociali, educativi, sanitari. Oggi disponiamo di uno strumento che ci permette di individuare gli interventi da attuare tempestivamente, dal momento in cui l’insegnante segnala un numero di assenze sospette o la famiglia coglie dei segnali, fino a quando l’adolescente, se necessario, viene preso in carico dai servizi sanitari, attraverso una serie di passaggi che coinvolgono la scuola, i servizi educativi, i servizi sociali, le famiglie. Il ritiro sociale può essere contrastato tanto più efficacemente quando più precoce è l’intervento e quanto più si agisce in rete, fornendo supporto concrete ad adolescenti in difficoltà e le loro famiglie.

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