I bambini in età prescolare possono frequentare gli asili nido o la scuola dell’infanzia, una volta compiuti sei anni inizierà l’obbligo scolastico con l’iscrizione alla scuola primaria.
L’insegnamento è una missione, più che un mestiere, estremamente importante, già dalla più tenera età, intraprendere la carriera di insegnante nella scuola dell’infanzia (i cosiddetti asili) ed in quella primaria (le elementari), richiede di possedere la volontà di diventare parte attiva nella costruzione della società del domani.
Asilo nido
Gli asili nido offrono un servizio di assistenza ed educativo ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni di età, sono strutture pubbliche o private, a tempo pieno (fino al pomeriggio), oppure corto (solitamente fino alle 13/14). Il loro obiettivo è quello di occuparsi dei bambini durante il giorno, fornendoli assistenza, cibo e coinvolgendoli in attività educative adeguate alla loro età, così da contribuire alla loro crescita e sviluppo nel migliore dei modi.
Come insegnare negli asili nido
Gli insegnanti dei cosiddetti asili nido vengono chiamati educatori socio-pedagogici, questi per poter accedere al ruolo devono innanzi tutto aver ottenuto una laurea L-19 in Scienze dell’Educazione. Tale titolo è possibile conseguirlo sia nelle Università tradizionali sia in quelle telematiche, riconosciute dal MIUR (acronimo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ed ha durata triennale. È importante sapere che coloro in possesso di un titolo di assistente sociale o di psicologo non potranno diventare educatori. Mentre il titolo di Scienze della formazione primaria non permette di lavorare nei nidi, ma può essere tenuto di conto nei nidi privati. Dopo aver conseguito la laurea, per poter esercitare, è previsto il superamento di un concorso, che prevede tre prove: una prova preselettiva (solitamente consiste in quesiti di logica), una prova scritta ed una prova orale.
Scuola dell’infanzia
La scuola dell’infanzia, note anche come scuole materna, sono istituti di istruzione pubblici o privati che si occupano dell’educazione e della cura dei bambini tra i 3 e i 6 anni di età. In esse si ritrova un ambiente educativo e ricreativo che permette ai bambini di sviluppare le loro capacità cognitive, sociali ed emotive, attraverso l’interazione, il gioco e l’apprendimento attivo.
Come insegnare nella scuola dell’infanzia
Come detto in precedenza gli insegnanti della scuola dell’infanzia sono comunemente noti come i maestri dell’asilo. Una volta era sufficiente avere una qualsiasi laurea magistrale per poter insegnare nella scuola dell’infanzia, mentre ai nostri giorni l’unico modo è quello di laurearsi in Scienze della formazione primaria, che prevede un percorso di studi della durata di 5 anni.
L’ingresso è in linea di massima a numero chiuso, gli aspiranti studenti dovranno superare un test di ingresso, le cui date e modalità di svolgimento solitamente vengono decise ogni anno dal MIUR.
Gli esami più importanti e pertinenti nel corso di laurea in Scienze della formazione primaria sono quelli di pedagogia didattica, pedagogia sociale, psicologia e didattica. Sono previsti inoltre corsi di letteratura, grammatica, fisica e storia, indispensabile per chiunque voglia diventare insegnante.
Infine, ma non per importanza, vi si studiano anche argomenti inerenti le tematiche sui bisogni didattici speciali (BES).
Una volta ottenuta la laurea magistrale è previsto un tirocinio, che si svolgerà negli istituti abilitati, sotto la supervisione di docenti già abilitati.
Concluso il tuo percorso di laurea la tua formazione continuerà con un tirocinio che potrai svolgere negli istituti abilitati e sotto la supervisione di professori di scuola pre-primaria già abilitati ed esperti. In seguito è possibile ampliare la formazione iscrivendosi a un Master.
Chi vuole diventare docente di ruolo nella scuola dell’infanzia non deve conseguire i 24 CFU, in quanto questa condizione è richiesta unicamente per gli insegnanti della scuola secondaria.
Infine per ottenere il ruolo e l’abilitazione occorre partecipare a un concorso. Tuttavia un aspirante docente può ricoprire supplenze nelle scuole, ad esempio tramite l’invio della MAD (messa a disposizione), oppure attraverso le graduatorie docenti.
La scuola primaria
La scuola primaria è un istituto di istruzione pubblico o privato che si occupa dell’educazione dei bambini in età compresa generalmente tra i 6 e i 10/11 anni. Questa fase formativa, in Italia nota come scuola elementare, ha lo scopo di offrire ai bambini un primo approccio allo studio e all’apprendimento in modo graduale, attraverso attività didattiche adeguate e pertinenti alla loro età.
Come diventare docente della scuola primaria
Fino al 2011 era possibile per chi avesse ottenuto il Diploma Magistrale di iscriversi nelle Graduatorie d’Istituto di Terza Fascia. Mentre dal 2014 il MIUR ha consentito a coloro che hanno ottenuto suddetto diploma entro l’anno scolastico 2001-2002 o il diploma sperimentale del magistrale ad indirizzo linguistico di accedere direttamente alla Seconda Fascia delle Graduatorie Provinciali d’Istituto.
Quindi sono validi per poter diventare docente della scuola primaria i seguenti diplomi: il Diploma di Istituto Magistrale della durata di 4 anni, il Diploma Di Liceo Socio-Psico-Pedagogico ed il Diploma Magistrale sperimentale ad indirizzo Linguistico di durata quinquennale. (DM del 10 marzo 1997). Mentre per quanto riguarda la laurea si dovrà essere in possesso: della Laurea in Scienze della Formazione Primaria di durata quadriennale indirizzo infanzia o primaria o della nuova Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (LM-85bis).
Anche per diventare insegnante di ruolo della scuola primaria è necessario superare un concorso, che prevede una prova preselettiva, una scritta ed una orale. Resta possibile fare supplenze, mandando le MAD oppure iscrivendosi alle GPS o alle GI. Una volta ottenuta l’abilitazione tramite concorso si potrà insegnare anche nelle scuole paritarie ed avere quindi la possibilità di esservi assunti a tempo indeterminato.
I docenti della primaria hanno un contratto di 25 ore lavorative a settimana, 24 ore frontali ed una di programmazione.