Cos’è la depressine scolastica
Per “dispersione scolastica” si intende quell’insieme di fenomeni (bocciature, ripetizioni degli anni scolastico, abbandono dello studio, eccetera) che caratterizzano la discontinuità dei percorsi di studio, di alcuni studenti di ogni ordine e grado, se consideriamo come paremetro, un iter didattico regolare stabilito dagli ordinamenti e dai curriculum.
Le cause e i dati
Le cause, che potrebbero spingere uno studente o una studentessa ad abbandonare la scuola, sono molteplici, le più comuni riguardano le difficoltà di apprendimento oppure un contesto famigliare sofferente.
Il prospetto riepilogativo della raccolta dati ottenuto dal Consiglio Europeo su questo argomento ha riportato che, negli ultimi tempi, le cause sarebbero legate anche ad un vero e proprio disinteresse crescente degli studenti nei confronti del sistema scolastico, che non si sta rivelando in grado di contrastare efficacemente episodi di bullismo e di cyberbullismo.
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I dati hanno evidenziato che solamente l’84,3% degli studenti eurpei arrivano ad ottenere il diploma, mentre il restante 9,9% decide di terminare anzitempo il proprio percorso di istruzione,
A questo quadro, si aggiunge un dato poco incoraggiante: il 20% degli alunni non riesce ad ottenere la piena padronanza nelle competenze base di matematica, scienze o lettura.
Raccomandazione del consiglio Europeo
Il 20 novembre 2022 è stata adottata la nuova raccomandazione del Consiglio Europeo per combattere la dispersione scolastica: “Pathways to School Success”.
Questa nuova raccomandazione mira ad evidenziare miglioramenti tangibili entro il 2025, diventando la traccia su cui improntare le decisioni politiche e didattiche in campo nazionale, regionale e locale.
Infine è fondamentale investire sia nelle infrastrutture che nella stessa formazione. Per permettere ciò, il Consiglio Europeo mette a dispozione il gruppo di lavoro U.E. Sulla scuola, un archivio di risorse e materiali di orientamento online, come il kit europeo di strumenti per le scuole, e strumenti di finanziamento, come il Fondo Sociale Europeo e l’Erasmus+.
Il Consiglio Europeo raccomanda innanzi tutto il ricorso ad una “strategia integrata” degli Stati membri della U.E., in modo che: si impegnino per potenziare il sistema di raccolta e di indagine dei dati, si concentrino sulle effetttive esigenze degli alunni e permettano al personale educativo in generale di lavorare con i propri studenti, sentendosi appoggiati e sostenuti dal sistema. Altri punti importanti da combinare nella “strategia integrata” sono la disponibilità ad aiutare gli istituti scolastici nello sviluppare iter collaborativi interni alla stessa scuola e con il quadro sociale circostante.
Kit Europeo di strumenti per le scuole ed Erasmus+
Il “kit europeo di strumenti per le scuole” suggerisce idee concrete, utili per perfezionare la collaborazione tra le scuole e nella realtà extrascolastica. L’obbiettivo è quello di permettere agli studenti di ottenere buoni risultati didattici. Al suo interno è possibile trovare informazioni utile, esempi di materiali a cui ispirarsi per garantire una efficace istruzione scolastica, anche per la scuola dell’Infanzia. Suddetto materiale è in continuo aggiornamento. All’interno del portale è possibile quindi sfogliare le risorse più recenti e guardare i video suggeriti, ma è anche prevista la valutazione della propria scuola. Inoltre si può indicare i propri interessi, recuperando documenti e case studies sui temi richiesti, e suggerire una risorsa, condividendo in questo modo un progettp ed un esempio di approccio.
Erasmus+ è un programma adottato dall’U.E inerente ai settori dell’Istruzione, della Formazione, della Gioventù e dello Sport, attivo per il periodo 2021-2027. Questo progetto permette agli studenti universitari di poter frequentare per un periodo delle Università in altri Paesi membri dell’Unione Europea, o Paesi extra-europei che aderiscono al programma. Tale periodo è sovvenzionato attraverso una borsa di studio dall’U.E.
Dispersione scolastica in Italia
In Italia è previsto un apposito servizio che si occupa di prevenire questo fenomeno che prende il nome proprio di “Servizio di Prevenzione della Dispersione Scolastica”, svolto dai CPI. I Centri per l’Impiego hanno , infatti, il compito di visionare l’A.R.S., cioè l’Anagrafe Regionale degli Studenti.
Per quanto riguarda il binomio Dispersione Scolastica e Pandemia, occorre concentrasi su quanto si legge in una nota dell’associazione Andis, ovvero l‘Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici. In questa nota viene evidenziato quanto il protrarsi dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia abbia sottolineato e messo in evidenza il divario infrastrutturale, sociale e di genere presente in Italia e che si rispecchiano inevitabilmente nell’azione educativa.
Nell’ultima rivelazione fatta dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza (acronimo A.G.I.A.) nel 2021, è emerso che circa 110 mila studenti italiani hanno abbandonato annualmente la scuola. Questa analisi ha evidenziato anche che esiste una differenza a seconda dei percorsi di studio scelti nella scuola secondaria di secondo grado: la percentuale più alta di dispersione scolastica si registra negli istituti professionali, seguiti da quelli tecnici ed in minima parte nei licei.
Paola Bortoletto, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, ha affermato che il fattore davvero preoccupante è la cosiddetta “dispersione implicita”, ovvero quella che riguarda gli alunni che arrivano ad ottenere un titolo di studio, ma purtroppo non sono riusciti ad assimilare comunque i requisiti minimi necessari sia per esercitare una cittadinanza attiva, per proseguire gli studi o per iniziare un percorso professionale. La percentuale di studenti dispersi nel nostro Stato risulta superiore al 20 % ( 1 studente su 5), le competenze più ostiche sembrano essere la matematica, l’italiano e l’inglese.
Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, sempre secondo la presidende dell’Andis, è necessario rafforzare le reti ed i patti educativi territoriali, in modo da consentire il miglior impiego possibile delle risorse disponibili. Le richiese portate avanti dall’Associazione per il Ministro sono di: potenziarei curricoli formativi, di assicurare una formazione congiunta tra l’istituto scolastico e le famiglie e di garantire la disponibilità di maggiori risorse da adoperare per agevolare partenariati, interventi regionali e locali. Elemento essenziale potrebbe rivelarsi proprio l’adozione di un piano di formazione per i docenti.